Un articolo di Gian Francesco Marini, apparso sulla rivista Gonzaghesca presumibilmente nel 1932, parla della presenza a Mantova del drammaturgo PaoloGiacometti e delle solenni celebrazioni avvenute nel cinquantenario della sua morte (Gazzuolo, 31 agosto 1882).
Scrive Marini: "Io penso se non sia secondo il desiderio di tutti i mantovani che nella ricorrenza commemorativa una via della città venga dedicata al nostro Poeta insigne. Paolo Giacometti amo Iddio, la Patria, la Famiglia. (...) Mantova fascista scolpendone il nome sul marmo di una contrada compirà atto di doveroso omaggio non solo verso il poeta italiano che ha onorato la Patria, ma verso il Figlio di adozione che l'ha prediletta e l'ha cantata con i suoi versi più ispirati".
L'occasione offre lo spunto per discutere e iniziare le pratiche di intitolazione; nei referti dell'Ufficio Tecnico del maggio 1933 si legge una nota che riporta: "ho indicato la possibilità di intitolare a Paolo Giacometti il tratto dell'attuale viale del Te in fregio al campo del football, dalla statale Parmense all'ippodromo".
Nel giugno successivo, però, una ulteriore nota specifica: "Insieme all'Ill.mo Commissario Prefettizio è stato fatto un sopralluogo in seguito al quale si è riconosciuta l'opportunità di soprassedere all'intitolazione della strada a Paolo Giacometti. Si terrà presente, per l'avvenire, il desiderio espresso in Gonzaghesca".
Oggi via Paolo Giacometti (già vicolo Ricovero) collega via Trieste ai giardini di Piazza Anconetta.