Cardone Mario, Via
Tipologia Oggetto
Indicazioni sul soggetto
- IN QUESTA CASA VISSE
MARIO CARDONE
CHE PASSIONE DI LIBERTÁ E ARDENTE AMORE DI PATRIA
TRASSERO ALL'IMPETO EROICO CONTRO L'INVASORE
ONDE IL FIERO SACRIFICIO DELLA SUA GIOVANE VITA
CONSACRASSE IL DIRITTO AI SOLDATI ITALIANI
DI COMBATTERE E MORIRE PER L'ITALIA
____MANTOVA
3 OTTOBRE 1922MONTELUNGO
8 DICEMBRE 1943
I BERSAGLIERI D'ITALIA POSERO
Queste parole si trovano sulla targa marmorea posta a memoria di Mario Cardone in via Trieste 65, sull'edificio in cui visse la famiglia Cardone.
Il 27 novembre del 1945, due anni dopo la morte del sottotenente del 51° Battaglione dei Bersaglieri, il cittadino Vittorio Schilchanik (sic) scrive al Sindaco di Mantova a nome del "Comitato Onoranze ai primi tre Martiri del nostro secondo Risorgimento", proponendo di intitolare una via al nome di Mario Cardone, "primo soldato del nuovo esercito italiano, caduto a Cassino".
Il 17 gennaio dell'anno seguente perviene al Sindaco una seconda richiesta di un cittadino dubbioso sulle scelte della Commissione Onoranze ai Martiri. Egli scrive: "Come si è saputo, alla memoria del primo ed unico soldato di Mantova, Mario Cardone, caduto sul fronte di Cassino, la su citata Commissione avrebbe deciso di intitolare una via dei quartieri a Nord della città. Sembra, e non solo a me, più giusto e conveniente che se una via deve essere intitolata all'eroe, sia scelta nei limiti del quartiere da esso abitato". Tra le proposte fatte, compaiono via Salnitro e via Magazzeni (che diventerà poi, appunto, via Cardone NDR).
Venuta in seguito a conoscenza della volontà di intitolazione di una via al nome di Mario Cardone, Maria Cardone si premura di inviare alla Giunta Municipale mantovana una lunga e dettagliata biografia del figlio "che all'Italia donò la sua meravigliosa giovinezza".
Il 9 agosto del 1946 il Sindaco di Mantova risponde alla sig.ra Cardone, assicurandola che la richiesta verrà senza dubbio presa in considerazione.
La corrispondenza si rinnova con l'inizio del 1947, quando Fulvio Cardone, padre di Mario, timoroso delle "lungaggini della Prefettura", scrive nuovamente al Sindaco Giuseppe Rea per sollecitare la conferma della delibera della cessata Giunta Municipale - datata 22 novembre 1946 - con la quale si era deciso per la definitiva intitolazione di una via alla memoria del figlio defunto.
La risposta del Sindaco arriva il 20 gennaio del 1947, facendo però presente che, finché manca la approvazione del Ministero della Pubblica Istruzione, non è possibile dare esecuzione alla delibera in questione.
Il 2 febbraio successivo Fulvio Cardone scrive nuovamente a Rea, allegando nella missiva una lettera stilata dal Soprintendente ai Monumenti, nella quale si specifica che il Ministero della Pubblica Istruzione "ha concesso il nulla osta per il toponimo mantovano" e comunicato tale decisione alla Prefettura di Mantova.