Dal Dopoguerra agli anni Settanta

Tipologia Tema
[VUOTO]

Descrizione

Nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, Benito Mussolini viene esautorato dal Gran Consiglio del Fascismo e conseguentemente deposto dal re Vittorio Emanuele III. Gli succede il Maresciallo Badoglio, che il successivo 8 settembre proclama l'entrata in vigore dell'Armistizio di Cassibile, con cui l'Italia firma la resa agli Alleati.
La sua voce si diffonde in tutto lo Stivale grazie alle trasmissioni radiofoniche dell'EIAR, così come era stato poche ore prima per quella del Generale Eisenhower a Radio Algeri, ma ancora lungo è il percorso che porta alla nascita della Repubblica e dell'Assemblea Costituente nel 1946.
Anche a livello locale le amministrazioni sembrano muoversi immediatamente a seguito della formale caduta del regime, tanto che già il 3 agosto 1943 il Prefetto di Mantova Tedeschi scrive una circolare a Podestà e Commissari Prefettizi, pregandoli "di provvedere con urgenza a sostituire le denominazioni delle vie e piazze che ricordino in qualunque modo il cessato regime fascista", disponendo tassativamente di “non attribuire denominazioni che abbiano carattere di reazione al disciolto partito fascista o presentino attinenza o riferimento a qualche partito politico”.
Piazza Italo Balbo, via Settimo Leoni e Piazza Costanzo Ciano diventano così rispettivamente piazza Leona (poi nuovamente Cavallotti), via Magistrello e piazza della Stazione (poi Don Leoni).

Nello stesso anno, a dicembre, il capo della Provincia Bocchio invia un telegramma a tutti i Podestà e Commissari Prefettizi per informarli di "provvedere con la massima urgenza perché siano abolite nelle vie, nelle piazze e negli alberghi le intitolazioni a persone della ex Casa Regnante e del gruppo di traditori del periodo 25 luglio - 8 settembre u.s.".
Il 4 maggio 1945, per la prima volta dopo la caduta del fascismo, alle ore 16, nel Palazzo Civico di Mantova, si riunisce la Giunta Comunale, nominata dalla sezione locale del CLN. Vi partecipano: il Sindaco Carlo Camerlenghi, il Vice-sindaco Giovanni Borella, gli assessori Umberto Mantovani, Giovanni Appari, Bruno Generali e Camillo Pardella. Sono presenti anche il Segretario Achille Tumminello e il Prefetto Tommaso Solci, accompagnato dal suo Capo di Gabinetto dott. Orlando.
Il primo oggetto trattato all'ordine del giorno, dopo i saluti istituzionali, riguarda proprio la toponomastica cittadina: la Giunta Municipale, "ritenuta la necessità di iniziare d'urgenza il cambiamento della denominazione di alcune vie e piazze attualmente intitolate a nomi non più consoni al risorgere di una nuova era di libertà e di giustizia", delibera di restituire le precedenti denominazioni a via (sic) Cavallotti, corso Vittorio Emanuele II, corso Umberto I, via Principe Amedeo e via Bertani.
Delibera inoltre di modificare i nomi di via Crispi, piazza Ciano e via Leoni in – rispettivamente – via Matteotti, piazza don Leoni e via Giuseppina Rippa, “l'umile ed alta popolana uccisa dal piombo nazifascista (…) per avere offerto pane a soldati e ufficiali italiani fatti prigionieri dall'invasore nemico”.
Quando il 17 dicembre del 1946 il Consiglio Comunale si riunisce in seduta straordinaria per discutere l'oggetto Intitolazione di una strada al martire Antonio Gramsci, il Consigliere Dugoni "fa presente che il dibattito sostanzialmente si aggira su questo problema: c'è un nuovo regime che è sorto in Italia, c'è la Repubblica e non vi sono ancora vie nella città di Mantova che la onorino, mentre vi sono nomi cari all'ex casa regnante".
Il registro politico, come si può immaginare, è sempre presente nei dibattiti relativi all'odonomastica e sarebbe difficile immaginare il contrario, ma il Dopoguerra è anche occasione di rilevanti modifiche che danno le più disparate possibilità di ramificazione alla toponomastica.
Mantova esce dalla Seconda guerra mondiale segnata da distruzioni concentrate soprattutto nell'area della stazione ferroviaria e di Cittadella e “gli anni della ricostruzione della città sono anche segnati dall'avvio di alcune operazioni, lungamente dibattute fin dai primi del Novecento, che proprio nel clima di ricostruzione trovano l'occasione per consolidare il consenso e reperire le risorse necessarie” (per usare le parole di Francesco Caprini in Mantova 1866 – 2016, pagine 93 e 94): l'operazione forse più visivamente imponente è quella che riguarda il Nuovo centro cittadino, zona nella quale, durante gli anni Cinquanta, viene tombato il tratto centrale del Rio, che tagliava a metà la città collegando il lago Inferiore a quello Superiore, e sopra di esso sorge corso della Libertà, una nuova arteria aperta al traffico.
L'8 dicembre del 1958 l'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, sezione di Mantova, scrive al Sindaco: "Sta per essere aperta al traffico la nuova bellissima arteria cittadina fra Piazza Felice Cavallotti e Piazza Martiri di Belfiore e ritengo che non possa dispiacere alla S.V. l'avere segnalazioni sul nome da attribuire alla suddetta" e indica come possibili odonimi via della Vittoria, via Vittorio Veneto o via IV Novembre, "denominazioni che hanno, tutte e tre, il medesimo contenuto di valori morali e spirituali", e segnalando la preferenza per il nome IV Novembre, particolarmente adatto a essere affiancato a quello dei Martiri di Belfiore, in quanto vittoria che "ha chiuso fulgidamente il libro d'oro del nostro Risorgimento".
Il periodo postbellico è caratterizzato da episodi di urbanizzazione intensiva, soprattutto nelle zone sud e ovest della città, oltre il perimetro di quelle che erano le antiche mura: complessi condominiali e zone ad alta e bassa densità abitativa si sviluppano partendo dai viali che circondano il centro. Tra gli anni Sessanta e Settanta quasi annuali sono i verbali della Commissione Consultiva per la Toponomastica presentati durante le sedute del Consiglio Comunale, perché si decida in merito a nuove intitolazioni; numerose strade a cui viene inizialmente assegnato solamente un numero identificativo (Strada prima, traversa terza...) diventano oggetto di denominazioni spesso tematiche.
Si pensi ad esempio all'area di strade in Valletta Paiolo alla quale una deliberazione del 1959 dà i nomi di Parilla, Gobio, Vaschi, Tellera, Col di Lana, Partigiani o Divisione Acqui. 
O ancora alla zona dell'ex frutteto dei ferrovieri per il quale la Giunta, nel 1964, decide di modificare il nome di tutte le vie della zona, intitolandole a "persone che hanno operato nel campo storico, morale e letterario a favore della Nazione". Nasce così via Manzoni, alla quale si affiancano i nomi dei celebri 'colleghi' Leopardi, Petrarca, Da Vinci, Foscolo, Michelangelo, Galilei e Alfieri.

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